La parola e le immagini

Quinto appuntamento

Centro Culturale Candiani - Saletta seminariale al 1° piano
20 Marzo 2014 ore 17.30

NUVOLE DI PAROLE
Una conversazione con Vincenzo Casali e Marotta&Russo.

In una serie di poesie visive di Vincenzo Accame, (1932-1999), poeta e saggista di grande finezza, uno dei maggiori esperti di questo ambito di sperimentazione artistica, compariva variamente disposta su dei fogli di cm. 24x33 la scritta in tedesco Wolkenworte (1994). Si trattava dell’elaborazione del rapporto fra segno visivo e parola come possibile, ancora Accame, “luogo di convergenza”. Questo luogo per anni è sembrato avere una sua posizione relativamente instabile, decentrata, periferica. Insomma più un luogo di passaggio e di sconfinamento rispetto ad ambiti disciplinari ancora solidamente definiti e centrali (la scrittura, la pittura). Ma è evidente che molto è cambiato rispetto ad una ventina d’ anni orsono e che quel luogo, marginale, di convergenza, sembra essere diventato l’elemento che caratterizza la infosfera attuale. Sempre Accame lo avvertiva con lucidità: “ E’ probabile che l’avvento di Internet produca sconvolgimenti non solo nei modi, ma anche nella sostanza del comunicare” e che dunque la vera questione, per gli artisti, avrebbe riguardato il modo di “pensare internet” rispetto ad esempio al “pensare libro”.

Marotta & Russo, sodalizio artistico formato da Stefano Marotta e Roberto Russo, fin dai loro primi lavori dove veniva destrutturato il contenuto di siti internet per evidenziarne la struttura formale, hanno fatto dell’ambito delle nuove forme della comunicazione verbovisiva il cuore della loro ricerca creativa e professionale.
Per un lavoro recente, “In teoria”, proposto al Museo d’arte moderna e contemporanea di Udine nel 2012: “Le venti parole più ricorrenti - e perciò più rappresentative – contenute nei manifesti artistici e nei testi di poetica degli artisti e dei critici italiani più rilevanti – e perciò più rappresentativi – del Novecento”(www.avatarproject.it) venivano restituite in una grande installazione a parete, grazie ad un’operazione di “hacking sintattico”. Diverso il lavoro di Vincenzo Casali, architetto e artista, che si concentra sull’oggetto principale della scrittura, cioè il libro, per proporne una personalissima reinterpretazione. L’esperienza, molto nota delle cancellazioni di Isgrò, si fa più strutturale, la pagina tipografica acquisisce una forma che è in qualche modo spaziale, e dalle aree ad inchiostro nero che la definiscono affiorano le “Criptopoesie… poesie nascoste in altri testi”. Come precisa Casali stesso: “E’ il libro, interamente cancellato, ad essere opera – multipla-. Ed è stata la libreria, non la galleria d’arte, il suo luogo di interazione con il pubblico”.

Coordina l’incontro Riccardo Caldura.